Cos’è il legal design thinking
Il design thinking è impiegato con successo da vari anni in moltissimi settori, con lo scopo di innovare e potenziare servizi e prodotti. Finora, però, il settore legale ha sfruttato solo in piccola parte le possibilità offerte da questa metodologia.
Il grande sconvolgimento che la professione legale ha riscontrato grazie alla digitalizzazione, oltre che ad elevare le aspettative dei clienti e la competizione tra professionisti legali, ha anche contribuito ad abbattere le ormai consolidate barriere dell’innovazione in questo campo.
Nonostante la difficoltà di dare una definizione omnicomprensiva del termine “Legal design”, essendo una disciplina ancora in evoluzione, possiamo provare a darne una sommaria spiegazione al fine di addentrarci nella materia: il legal design consiste in un approccio di metodo olistico che fonde le competenze di figure legali e graphic designer condividendo le matrici di pensiero e schemi procedurali tra design e questioni legali.
Questa condivisione risulta nuova nel mercato legale, nonostante in quasi tutti gli altri settori siano stati riscossi ottimi risultati nell’usare procedure simili nei temi rilevanti.
Il design thinking
Il metodo di riferimento, generalmente conosciuto come “Design thinking”, è uno dei metodi di innovazione di maggior successo della nostra epoca.
L’obbiettivo primario di questo metodo è di sviluppare soluzioni, che pongano al centro l’utente e l’innovazione finalizzate ad una necessita reale, analogica o digitale.
Il nuovo dominio di pensiero nel mercato legale introdotto dal legal design è costruito partendo da un approccio sistemico che pone al centro: l’utente, un prodotto o una soluzione tecnica.
Per sviluppare una mentalità compatibile col legal design thinking il professionista legale deve acquisire una profonda comprensione delle necessità sia presenti che future dei propri clienti.
L’obbiettivo di questa materia è di migliorare la comprensione del contesto e delle necessità dei soggetti che interagiscono con le norme giuridiche e di creare miglioramenti e innovazioni basati su queste comprensioni. Ciò implica un design visivo che conduce l’utente al centro, in modo che l’esperienza gli sia facilitata e la norma e il sistema giuridico non vengano percepiti (come spesso accade) quale ostacolo o impedimento.
In questa maniera oltre che fornire un imput di innovazione al sistema legale si pone il soggetto alieno alle norme e che si trova a dover interagire con esse in una situazione di poter prendere decisioni migliori e più consapevoli, emancipate dal professionista legale.
I benefici
Il legal design thinking oltre ad essere compatibile con vaste aree dell’industria legale apporta notevoli benefici tra cui la facilitazione di collaborazioni multidisciplinari e di sviluppo di idee rendendo i progetti verificabili più velocemente tramite una comprensione più rapida da parte dell’utente.
In conclusione possiamo annoverare alcuni esempi concreti di applicazione: il layout di un consiglio legale, la struttura organizzativa del fornitore del servizio legale, il modo in cui il servizio legale viene fornito, il modo in cui la collaborazione con i clienti deve essere prestata, l’esplicazione delle leggi o la stesura di contratti in maniera facilmente comprensibili, la strumentazione digitale o analogica impiegata dall’utente.